Uno dei luoghi più incredibili di Roma è Monte Testaccio, una collina artificiale formata da circa 25 milioni di testae (“cocci”, da cui Testaccio) di anfore olearie di terracotta, accumulate nell’arco di 300 anni, tra il I secolo a.C. e il III secolo d.C.
Al tempo degli antichi romani, le merci raggiungevano Roma prevalentemente via mare; una volta giunte al porto di Ostia, risalivano il Tevere fino ad approdare al porto di Ripa grande, dove venivano scaricate. Qui l’olio veniva travasato e trasportato al mercato capitolino, mentre le anfore, che non potevano essere riutilizzate, venivano portate appunto al Monte Testaccio, una vera e propria discarica a cielo aperto. Man mano che il Monte cresceva in altezza, una rampa e due viottoli consentivano ai carri ricolmi di cocci di raggiungere la cima per scaricare altre terrecotte, fino a raggiungere l’impressionante dimensione attuale, pari a 54 metri di altezza, un chilometro di circonferenza per un totale di 22.000 metri quadri complessivi.
Le anfore provenivano per la maggior parte dalla Betica, una provincia romana in Spagna, nell’odierna Andalusia; e sono proprio i cocci a raccontarci la storia delle anfore, perché conservano ancora il marchio del produttore e i tituli picti, l’equivalente delle moderne etichette, che riportavano informazioni doganali come l’anno, la località di provenienza, il nome del mercante, il contenuto, il peso, la data di spedizione e il luogo di destinazione.
Questa straordinaria visita guidata consentirà di accedere eccezionalmente al Monte Testaccio e visitare un luogo surreale, camminando sopra a milioni e milioni di frammenti di anfore romane che, più di duemila anni fa, vennero fabbricate in Spagna, trasportate per nave fino a Roma, svuotate del loro prezioso contenuto e poi gettate nella più incredibile discarica che sia mai stata creata dall’uomo.
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