Il Casino Giustiniani Massimo è uno dei luoghi più sorprendenti di Roma. Venne costruito tra il 1605 e il 1618, in stile tardo manierista, dal marchese Vincenzo Giustiniani, collezionista e mecenate di Caravaggio, su progetto dell’architetto Carlo Lambardi. Il Casino è un elegante edificio a due piani, con una loggia aperta su un vasto giardino, e originariamente faceva parte integrante della Villa Giustiniani Massimo, oggi perduta, che fu concepita come dimora di campagna in città.
Nel 1802 la villa venne ceduta alla famiglia Massimo che, tra il 1818 e il 1829, fece affrescare le sale del Casino al gruppo dei Nazareni, un gruppo di pittori tedeschi giunti a Roma qualche anno prima, che ripudiavano il classicismo accademico ottocentesco e si ispiravano alla pittura rinascimentale italiana ed in particolare alle opere di Beato Angelico, Raffaello, Michelangelo, Perugino, Luca Signorelli. I Nazareni, così chiamati perché conducevano una vita quasi monastica e portavano capelli lunghi e barbe incolte, rifacendosi all’immagine di Gesù di Nazareth, realizzarono un eccezionale ciclo pittorico dedicato alle più importanti opere della letteratura italiana: la Divina Commedia di Dante, l’Orlando Furioso di Ariosto e la Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.
Come fossero veri e propri “racconti per immagini”, gli affreschi sono suddivisi in sale, una per ciascun capolavoro letterario. Nella stanza dedicata alla Divina Commedia è possibile ripercorrere il cammino del sommo poeta, dai luoghi infernali infestati da terrificanti demoni intenti ad infliggere feroci torture ai dannati, attraverso il purgatorio con i penitenti a bordo dell’imbarcazione condotta dall’angelo nocchiero e fino all’Empireo, dipinto sulla volta. Nella seconda sala è la volta dell’Orlando Furioso, in cui si intreccia il tema epico dei combattimenti tra cristiani e saraceni con le vicende cavalleresche, con la bella Angelica che sposa il musulmano Medoro, portando alla follia il geloso Orlando. Nella terza sala, dedicata alla Gerusalemme Liberata, il romanticismo degli amori tragici e struggenti di Rinaldo e Armida e Tancredi e Clorinda fa da sfondo all’epopea di Goffredo da Buglione che libera la città dagli infedeli.
Nel 1848 la villa passò ai Lancellotti, che vendettero notevoli porzioni della proprietà e perdendo quasi del tutto il grande giardino. Durante la seconda guerra mondiale il Casino divenne la mensa degli ufficiali delle SS naziste e, dal 1948, l’edificio è di proprietà della Delegazione Francescana di Terra Santa.
Non perdetevi la visita a questo straordinario “luogo segreto” di Roma, in cui arte, storia e letteratura si intrecciano in modo irresistibile.