Palazzo Baldassini, un gioiello del Cinquecento a Roma

Palazzo Baldassini è considerato uno dei migliori esempi di palazzi romani dell’inizio del Cinquecento.
Venne costruito tra il 1515 e il 1518 per volere del giurista concistoriale Melchiorre Baldassini, uomo colto e di potere, che ne affidò il progetto ad Antonio da San Gallo il Giovane, architetto che raccoglieva l’eredità del Bramante con un forte legame alla famiglia Farnese, mentre per le decorazioni pittoriche si rivolse alla Scuola di Raffaello costituita dai suoi allievi Perin del Vaga, Giovanni da Udine, Polidoro da Caravaggio e Maturino.

Questa visita si svolge eccezionalmente “a porte chiuse” e consente di ammirare l’elegante cortile, con una loggia a due piani con arcate in travertino, e gli ambienti più importanti del Palazzo: la sala affrescata da Perin del Vaga, con solenni figure di filosofi ed episodi di storia romana; la Sala del Consiglio, ornata da un fregio pittorico di Polidoro da Caravaggio, con grifoni e coppie di putti ai lati dell’emblema araldico del Baldassini; la camera da letto del Baldassini, con affreschi attribuiti a Giovanni da Udine o Perin del Vaga; la “stufetta” – stanza riscaldata per fare bagni caldi, una delle prime realizzate a Roma, decorata con scene mitologiche e soggetti acquatici e l’incredibile sala voltata a botte e affrescata da Giovanni da Udine, uno dei primi ambienti del palazzo a essere dipinti, tra il 1517 e il 1519, mentre ancora il Palazzo era in costruzione.

Giovanni da Udine proveniva dalla importante bottega di Raffaello ed era noto per essere uno specialista nelle decorazioni “a grottesca”, termine nato per indicare una tecnica pittorica ispirata ai dipinti che gli artisti andavano a visionare a Roma, verso la fine del XV secolo, nelle cosiddette “grotte”, cioè gli ambienti della Domus Aurea neroniana, accessibili attraverso cunicoli. Sfingi, arpie, mascheroni, prospettive architettoniche, paesaggi: l’impatto della scoperta della pittura romana antica fu prorompente e richiamò visite di diversi artisti, quali Pinturicchio, Perugino, Filippino Lippi, Luca Signorelli e Raffaello. Uno dei tanti pittori affascinati dalla tecnica era proprio Giovanni da Udine, che decorò l’intera sala di Palazzo Baldassini con grottesche, tra cui un vero e proprio bestiario, formato da animali esotici e di fantasia tra i quali spiccano un elefante, un rinoceronte, un toro, una scimmia, un pappagallo, una chimera, e una celebrazione delle antiche divinità poste all’interno di tempietti in prospettiva e accompagnate dai loro cortei; si riconoscono Cerere, Marte, Nettuno, Giove, Minerva, Ercole, Venere e Bacco.

Attualmente il Palazzo è sede dell’Istituto Luigi Sturzo.

Palazzo Baldassini è considerato uno dei migliori esempi di palazzi romani dell'inizio del Cinquecento. Venne costruito tra il 1515 e il 1518 per volere del giurista concistoriale Melchiorre Baldassini, uomo colto e di potere, che ne affidò il progetto ad Antonio da San Gallo il Giovane, architetto che raccoglieva l’eredità del Bramante con un forte legame alla famiglia Farnese, mentre per le decorazioni pittoriche si rivolse alla Scuola di Raffaello costituita dai suoi allievi Perin del Vaga, Giovanni da Udine, Polidoro da Caravaggio e Maturino.

Questa visita si svolge eccezionalmente “a porte chiuse” e consente di ammirare l’elegante cortile, con una loggia a due piani con arcate in travertino, e gli ambienti più importanti del Palazzo: la sala affrescata da Perin del Vaga, con solenni figure di filosofi ed episodi di storia romana; la Sala del Consiglio, ornata da un fregio pittorico di Polidoro da Caravaggio, con grifoni e coppie di putti ai lati dell’emblema araldico del Baldassini; la camera da letto del Baldassini, con affreschi attribuiti a Giovanni da Udine o Perin del Vaga; la “stufetta” - stanza riscaldata per fare bagni caldi, una delle prime realizzate a Roma, decorata con scene mitologiche e soggetti acquatici e l’incredibile sala voltata a botte e affrescata da Giovanni da Udine, uno dei primi ambienti del palazzo a essere dipinti, tra il 1517 e il 1519, mentre ancora il Palazzo era in costruzione.

Giovanni da Udine proveniva dalla importante bottega di Raffaello ed era noto per essere uno specialista nelle decorazioni “a grottesca”, termine nato per indicare una tecnica pittorica ispirata ai dipinti che gli artisti andavano a visionare a Roma, verso la fine del XV secolo, nelle cosiddette “grotte”, cioè gli ambienti della Domus Aurea neroniana, accessibili attraverso cunicoli. Sfingi, arpie, mascheroni, prospettive architettoniche, paesaggi: l’impatto della scoperta della pittura romana antica fu prorompente e richiamò visite di diversi artisti, quali Pinturicchio, Perugino, Filippino Lippi, Luca Signorelli e Raffaello. Uno dei tanti pittori affascinati dalla tecnica era proprio Giovanni da Udine, che decorò l’intera sala di Palazzo Baldassini con grottesche, tra cui un vero e proprio bestiario, formato da animali esotici e di fantasia tra i quali spiccano un elefante, un rinoceronte, un toro, una scimmia, un pappagallo, una chimera, e una celebrazione delle antiche divinità poste all’interno di tempietti in prospettiva e accompagnate dai loro cortei; si riconoscono Cerere, Marte, Nettuno, Giove, Minerva, Ercole, Venere e Bacco.

Attualmente il Palazzo è sede dell’Istituto Luigi Sturzo.

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